Foundation for Political, Economic and Social Research

La Foundation for Political, Economic and Social Research (Fondazione per la ricerca politica, economica e sociale; in turco: Siyaset, Ekonomi ve Toplum Araştırmaları Vakfı, SETA) è un think tank politico con sede ad Ankara, in Turchia.

Fu istituito nel 2006 con l'obiettivo di elaborare "conoscenze e analisi aggiornate e accurate nei settori della politica, dell'economia e della società" e di informare "i responsabili politici e il pubblico sull'evoluzione delle condizioni politiche, economiche, sociali e culturali."

A partire dal 2014, il suo coordinatore-capo è Burhanettin Duran. Il gruppo si definisce indipendente, senza scopo di lucro e apartitico, ma è descritto dal settimanale tedesco Deutsche Welle come un controllato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan. Le sedi si trovano a Istanbul, Washington, DC, e Il Cairo.

Il SETA cura la pubblicazione di Insight Turkey, rivista accademica inerente alla Turchia.

Relazione con l'AKP e con Recep Tayyip Erdoğan

Nonostante affermi di essere indipendente, il SETA ha stretti rapporti con il governo dell'AKP guidato da Recep Tayyip Erdogan e di conseguenza ha organizzato numerosi gruppi accademici per legittimare le politiche ufficiali dell'AKP, oltre ad avere strette affiliazioni politiche ed esprimere punti di vista unilaterali. I media occidentali lo hanno etichettato più volte come "think tank dell'AKP " o "pro-governo", in riferimento al partito leader del paese di cui sostiene la posizione.[1][2]

Alcuni degli attuali ed ex membri del SETA sono editorialisti per i giornali pro-AKP ed anche alti funzionari del sistema di governo presidenziale imposto da Erdoğan:

  • İbrahim Kalın, fondatore e primo direttore del SETA, è ora consigliere capo del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e anche portavoce presidenziale dal 2014[3];
  • Fahrettin Altun , ex coordinatore generale di Istanbul del SETA e vice coordinatore generale del SETA, è divenuto capo della comunicazione presidenziale ed è stato editorialista del quotidiano pro-AKP Sabah;
  • Burhanettin Duran, il coordinatore generale del SETA è anche membro del Comitato presidenziale per la sicurezza e la politica estera ed è editorialista del quotidiano pro-AKP Sabah;
  • Muhammet Mücahit Küçükyılmaz, ex coordinatore delle comunicazioni del SETA, è divenuto primo consigliere di Recep Tayyip Erdoğan ed è stato editorialista del quotidiano pro-AKP Sabah;
  • Hatice Karahan, che ha svolto ricerche economiche per il SETA, è divenuto consigliere economico di Recep Tayyip Erdoğan ed è stato editorialista del quotidiano pro-AKP Yeni Şafak.[4]

All'inizio di luglio 2019, SETA ha pubblicato un rapporto di 202 pagine intitolato "International Media Outlets' Extensions in Turkey ("Estensioni dei media internazionali in Turchia")[5], provocando un acceso dibattito sia in Turchia che all'estero. Il rapporto ha fornito nominativi e background professionali di giornalisti turchi che lavorano in istituzioni come Euronews in lingua turca, la BBC turca, Deutsche Welle in turco, Voice of America, Sputnik Turchia, CRITurchia e l’Indipendent Turkish. Ha fornito esempi delle notizie che i giornalisti condividono sui social media, accusando i membri della stampa di avere un pregiudizio antigovernativo.

Associazioni e sindacati di giornalismo turche hanno condannato il rapporto, affermando che esso ha preso di mira i giornalisti. L'Unione Turca dei Giornalisti (TGS) ha dichiarato di voler presentare un esposto penale in merito al rapporto.[6][7][8][9][10] Un Twitter della BBc ha ffermato: "La BBC respinge anche le accuse in questo rapporto. La "lista nera" dei giornalisti è del tutto inaccettabile. È fondamentale che i giornalisti possano lavorare serenamente, senza minacce e intimidazioni e che le autorità turche si impegnino a garantire la libertà dei media."[11]

Note

  1. ^ David Barchard, With US no longer trusted, Turkey and Saudi forge new alliance, Middle East Eye, 13 aprile 2016. URL consultato il 18 agosto 2016.
  2. ^ Erdogan faces future of power sharing, BBC News, 27 ottobre 2015. URL consultato il 18 agosto 2016.
  3. ^ http://www.mei.edu/profile/ibrahim-kal%C4%B1n
  4. ^ http://www.cumhuriyet.com.tr/koseyazisi/1475798/Saray_daki__SETA_lobisi_ni_ne_zaman_konusacagiz_.html
  5. ^ https://www.setav.org/rapor-uluslararasi-medya-kuruluslarinin-turkiye-uzantilari/
  6. ^ https://www.euronews.com/2019/07/08/turkish-think-tank-report-condemned-for-profiling-turkish-journalists-working-for-foreign
  7. ^ https://www.aljazeera.com/news/2019/07/turkish-journalists-legal-action-blacklisting-report-190708085246239.html
  8. ^ https://www.dw.com/en/press-union-turkey-think-tank-study-is-blacklisting-document/a-49505383
  9. ^ https://www.al-monitor.com/pulse/originals/2019/07/pro-state-think-tank-turkey-targets-foreign-media.html
  10. ^ Copia archiviata, su washingtonpost.com. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2019).
  11. ^ https://www.bbc.com/turkce/haberler-turkiye-48909150

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • (EN) Sito ufficiale, su setav.org. Modifica su Wikidata
  • Foundation for Political, Economic and Social Research (canale), su YouTube. Modifica su Wikidata
Controllo di autoritàVIAF (EN) 129406086 · ISNI (EN) 0000 0004 4661 6994 · LCCN (EN) no2008162408 · J9U (ENHE) 987007516495605171 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2008162408
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