1.4Il ritorno a Roma e l'attività nella Curia romana
2Genealogia episcopale e successione apostolica
3Note
4Bibliografia
5Voci correlate
6Altri progetti
7Collegamenti esterni
Biografia
Il periodo giovanile
Pietro Francesco Galleffi (talvolta Pierfrancesco Galeffi o Caleffi) nacque a Cesena il 27 ottobre 1770, membro di una nobile famiglia patrizia della città in quanto figlio del conte Vincenzo Galleffi e della contessa Violante Fantaguzzi, compatriota, amico e congiunto della famiglia Braschi da cui proveniva papa Pio VI.[1]
Egli fu uno dei quattordici cardinali espulsi da Roma il 23 marzo 1808 su pressione delle autorità francesi che occupavano la città. Catturato dai napoleonici e portato in Francia nel 1809 dopo la deposizione di papa Pio VII, fu uno dei tredici "cardinali neri" (ai quali l'imperatore Napoleone Bonaparte proibì di indossare l'abito cardinalizio per essersi rifiutati di partecipare al matrimonio tra Napoleone e l'arciduchessa Maria Luisa d'Austria il 2 aprile 1810); per ordine dell'imperatore, inoltre, egli venne relegato in esilio a Sedan nel 1810 per poi essere spostato successivamente a Charleville assieme al cardinale Ferdinando Maria Saluzzo, sino alla firma del concordato di Fontainebleau da parte di Pio VII il 25 gennaio 1813.
Morì a Roma il 18 giugno 1837. La sua salma venne esposta alla pubblica venerazione e poi sepolta nel presbiterio della Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma.
Vescovo Pier Francesco Muccioli, O.F.M.Conv. (1835)
Vescovo Guglielmo Aretini-Sillani (1835)
Vescovo Valentino Armellini (1835)
Note
^ Gregorio Jannuccelli, Pier Francesco Galleffi. A. 1803. Fatti contemporanei allo scrittor delle memorie, in Memorie di Subiaco e sua badia, Genova, Stabilimento tipografico di Giovanni Fassicomo, 1856, p. 325.
Bibliografia
Paolo Alvazzi del Frate, GALLEFFI, Pietro Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 51, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998. URL consultato il 5 aprile 2018.