Teorema della divergenza

In matematica e fisica, il teorema della divergenza, detto anche teorema di Ostrogradskij per il fatto che la prima dimostrazione è dovuta a Michail Ostrogradskij, è la generalizzazione a domini n {\displaystyle n} -dimensionali del teorema fondamentale del calcolo integrale. A sua volta, esso è un caso speciale del più generale teorema di Stokes.

Talvolta il teorema è meno propriamente detto teorema di Gauss poiché fu storicamente congetturato da Carl Gauss, da non confondere col teorema di Gauss-Green, che invece è un caso speciale (ristretto a 2 dimensioni) del teorema del rotore, o con il teorema del flusso.

Storia

Il teorema è stato enunciato per la prima volta da Joseph-Louis Lagrange nel 1762; Carl Friedrich Gauss (1813) e George Green (1825) ne forniscono formulazioni equivalenti in maniera del tutto indipendente. La prima dimostrazione appare però solo nel 1831 ad opera di Michail Ostrogradskij.

Enunciato

Una regione V {\displaystyle V} delimitata da V {\displaystyle \partial V} , con n {\displaystyle \mathbf {n} } il versore normale uscente.

Si consideri un insieme V R n {\displaystyle V\subset \mathbb {R} ^{n}} compatto delimitato da una superficie liscia V {\displaystyle \partial V} . Se F {\displaystyle \mathbf {F} } è un campo vettoriale differenziabile con continuità (di classe C 1 {\displaystyle C^{1}} ) definito in un intorno di V {\displaystyle V} , si ha:[1]

V F d V = V F d S , {\displaystyle \int _{V}\mathbf {\nabla } \cdot \mathbf {F} \,dV=\oint _{\partial V}\mathbf {F} \cdot d\mathbf {S} ,}

dove d S = n   d S {\displaystyle d\mathbf {S} =\mathbf {n} \ dS} è l'elemento di superficie. In altri termini, il flusso di F {\displaystyle \mathbf {F} } attraverso la superficie chiusa V {\displaystyle \partial V} coincide con l'integrale della divergenza di F {\displaystyle \mathbf {F} } svolto nel volume V {\displaystyle V} di cui la superficie è frontiera.[2] Il termine a sinistra è pertanto un integrale di volume su V {\displaystyle V} , quello a destra è un integrale di superficie. Il vettore n {\displaystyle \mathbf {n} } è il versore uscente normale alla superficie.

In modo più generale, si può utilizzare il teorema di Stokes per uguagliare l'integrale su un volume n-dimensionale della divergenza di un campo vettoriale F {\displaystyle \mathbf {F} } definito sulla regione U R n {\displaystyle U\subset \mathbb {R} ^{n}} all'integrale di F {\displaystyle \mathbf {F} } sulla superficie (di dimensione n-1) che costituisce il bordo di U {\displaystyle U} :

U F d V n = U F n d S n 1 . {\displaystyle \int _{U}\nabla \cdot \mathbf {F} \,dV_{n}=\oint _{\partial U}\mathbf {F} \cdot \mathbf {n} \,dS_{n-1}.}

In una notazione più concisa si può scrivere:

V F i x i d V = S F i n i d S , {\displaystyle \int _{V}{\dfrac {\partial F_{i}}{\partial x_{i}}}dV=\int _{S}F_{i}n_{i}\,dS,}

sicché rimpiazzando F {\displaystyle \mathbf {F} } con un campo tensoriale T {\displaystyle T} di ordine n si ottiene la generalizzazione:[3]

V T i 1 i 2 i q i n x i q d V = S T i 1 i 2 i q i n n i q d S , {\displaystyle \int _{V}{\dfrac {\partial T_{i_{1}i_{2}\cdots i_{q}\cdots i_{n}}}{\partial x_{i_{q}}}}dV=\int _{S}T_{i_{1}i_{2}\cdots i_{q}\cdots i_{n}}n_{i_{q}}\,dS,}

dove si verifica la contrazione degli indici in entrambi i membri della relazione, per almeno un indice. Si può estendere la precedente relazione, che vale in tre dimensioni, a varietà di dimensione arbitraria.[4][5]

Corollari

Applicando il teorema della divergenza in altri contesti si ottengono utili identità matematiche.[6]

  • Nel caso del prodotto di una funzione scalare g {\displaystyle g} ed un campo vettoriale F {\displaystyle \mathbf {F} } si ha:
V [ F ( g ) + g ( F ) ] d V = V g F n   d S . {\displaystyle \int _{V}\left[\mathbf {F} \cdot \left(\nabla g\right)+g\left(\nabla \cdot \mathbf {F} \right)\right]dV=\oint _{\partial V}g\mathbf {F} \cdot \mathbf {n} \ dS.}
Un caso speciale è F = f {\displaystyle \mathbf {F} =\nabla f} , in cui il teorema è alla base delle identità di Green.
  • Nel caso del prodotto vettoriale di due campi vettoriali F × G {\displaystyle \mathbf {F} \times \mathbf {G} } , si ha:
V [ G ( × F ) F ( × G ) ] d V = V F × G d s . {\displaystyle \int _{V}\left[\mathbf {G} \cdot \left(\nabla \times \mathbf {F} \right)-\mathbf {F} \cdot \left(\nabla \times \mathbf {G} \right)\right]\,dV=\oint _{\partial V}\mathbf {F} \times \mathbf {G} \cdot d\mathbf {s} .}
  • Nel caso del prodotto di una funzione scalare f {\displaystyle f} ed un vettore non nullo costante, si può mostrare che vale il seguente teorema:[2]
V f d V = V f d S . {\displaystyle \int _{V}\nabla f\,dV=\oint _{\partial V}fd\mathbf {S} .}
  • Nel caso del prodotto vettoriale di un campo vettoriale F {\displaystyle \mathbf {F} } ed un vettore non nullo costante, si può mostrare che vale il seguente teorema:[2]
V × F d V = V d S × F . {\displaystyle \int _{V}\nabla \times \mathbf {F} \,dV=\oint _{\partial V}d\mathbf {S} \times \mathbf {F} .}

Applicazioni geometriche

Dal teorema della divergenza si possono ricavare le formule per trovare la misura di un dominio piano Ω {\displaystyle \Omega } racchiuso da Ω {\displaystyle \partial \Omega } :

μ ( Ω ) = { x d y , y d x , 1 2 ( x d y y d x ) . {\displaystyle \mu (\Omega )={\begin{cases}\displaystyle \oint x\,dy,\\-\displaystyle \oint y\,dx,\\\displaystyle {\frac {1}{2}}\oint (x\,dy-y\,dx).\end{cases}}}

La terza relazione risulta molto utile quando si utilizzano le coordinate polari, dove x d y y d x = r 2 d ϑ {\displaystyle x\,dy-y\,dx=r^{2}\,d\vartheta } .

Dato uno spazio n {\displaystyle n} -dimensionale, la divergenza del vettore posizione è d i v x = x 1 x 1 + + x n x n = n {\displaystyle \mathrm {div} \,{\bf {x}}=\displaystyle {\frac {\partial x_{1}}{\partial x_{1}}}+\ldots +{\frac {\partial x_{n}}{\partial x_{n}}}=n} . Per una palla di dimensione n {\displaystyle n} e raggio R = x {\displaystyle R=\|{\bf {{x}\|}}} segue che:

S x n ^ d S = { V n d V = n V S x x R d S = R S {\displaystyle \oint _{S}{\bf {x}}\cdot {\hat {n}}\,dS={\begin{cases}\displaystyle \int _{V}n\,dV=nV\\\displaystyle \oint _{S}{\bf {x}}\cdot {\frac {\bf {x}}{R}}\,dS=RS\end{cases}}}

da cui segue

S = n V R . {\displaystyle S={\frac {nV}{R}}.}

Quindi, se la palla è una sfera vera e propria, conoscendo il suo volume ( 4 3 π R 3 {\displaystyle {\frac {4}{3}}\pi R^{3}} ) è possibile ricavarne la superficie ( 4 π R 2 {\displaystyle 4\pi R^{2}} ), così come per un cerchio ( π R 2 {\displaystyle \pi R^{2}} ) ricavarne la circonferenza ( 2 π R {\displaystyle 2\pi R} ).

Dimostrazione

Sappiamo valere la seguente affermazione: sia Ω R 3 {\displaystyle \Omega \subseteq \mathbb {R} ^{3}} un aperto G-ammissibile. Sia i { 1 , 2 , 3 } {\displaystyle i\in \{1,2,3\}} e sia f C 1 ( Ω ¯ ) {\displaystyle \mathbf {f} \in {\mathcal {C}}^{1}({\bar {\Omega }})} con f x i C 0 ( Ω ¯ ) {\displaystyle {\frac {\partial \mathbf {f} }{\partial x_{i}}}\in {\mathcal {C}}^{0}({\bar {\Omega }})}

Allora Ω f x i d x d y d z = Ω f n i d σ {\displaystyle \int _{\Omega }{\frac {\partial \mathbf {f} }{\partial x_{i}}}dxdydz=\int _{\partial \Omega }\mathbf {f} n_{i}d\sigma } dove n i {\displaystyle n_{i}} è la componente i {\displaystyle i} -esima della normale esterna a Ω {\displaystyle \partial \Omega }

Sommando su i {\displaystyle i} si ottiene Ω f d x d y d z = Ω f n d σ {\displaystyle \int _{\Omega }\nabla \cdot \mathbf {f} dxdydz=\int _{\partial \Omega }\mathbf {f} \cdot \mathbf {n} d\sigma } che è l'enunciato del teorema.

Divergenza in coordinate curvilinee

Lo stesso argomento in dettaglio: Divergenza.
Elemento di volume in coordinate sferiche.

Il teorema della divergenza può essere usato per esprimere la divergenza in un sistema di coordinate curvilinee. Si consideri un riferimento sferico: ogni volta che si varia una coordinata di una quantità infinitesima viene percorso un arco di lunghezza opportuna d h {\displaystyle dh} . Al variare della distanza radiale r {\displaystyle r} si ha d h r = h r d r = d r {\displaystyle dh_{r}=h_{r}\,dr=dr} , al variare dell'angolo θ {\displaystyle \theta } si ha d h θ = h θ d θ = r d θ {\displaystyle dh_{\theta }=h_{\theta }\,d\theta =r\,d\theta } mentre al variare dell'angolo ψ {\displaystyle \psi } si ha che d h ψ = h ψ d ψ = r sin θ d ψ {\displaystyle dh_{\psi }=h_{\psi }\,d\psi =r\sin \theta \,d\psi } . Si possono così calcolare i contributi di flusso come nel caso delle coordinate cartesiane. Ad esempio, il flusso attraverso le facce del cubo in figura normali alla direzione radiale è:

d h θ ( r + d r ) d h ψ ( r + d r ) F r ( r + d r ) d h θ ( r ) d h ψ ( r ) F r ( r ) = d h θ d h ψ F r r d r {\displaystyle dh_{\theta }(r+dr)dh_{\psi }(r+dr)F_{r}(r+dr)-dh_{\theta }(r)dh_{\psi }(r)F_{r}(r)={\frac {\partial dh_{\theta }dh_{\psi }F_{r}}{\partial r}}dr}

e formule analoghe valgono per le altre componenti. La divergenza del campo si ottiene dividendo il flusso totale per il volume d v = h r h θ h ψ d r d θ d ψ {\displaystyle dv=h_{r}h_{\theta }h_{\psi }\,drd\theta d\psi } del cubo:

F = 1 h r h θ h ψ [ r ( h θ h ψ F r ) + θ ( h r h ψ F θ ) + ψ ( h r h θ F ψ ) ] . {\displaystyle \mathbf {\nabla } \cdot \mathbf {F} ={\frac {1}{h_{r}h_{\theta }h_{\psi }}}\left[{\frac {\partial }{\partial r}}\left(h_{\theta }h_{\psi }F_{r}\right)+{\frac {\partial }{\partial \theta }}\left(h_{r}h_{\psi }F_{\theta }\right)+{\frac {\partial }{\partial \psi }}\left(h_{r}h_{\theta }F_{\psi }\right)\right].}

Questa uguaglianza vale in un generico sistema di riferimento, ma nel caso considerato può essere esplicitata sostituendovi le espressioni che definiscono i coefficienti metrici h {\displaystyle h} in coordinate sferiche (essi rappresentano le lunghezze degli archi elementari rapportate agli incrementi delle coordinate che li hanno prodotti):

F = [ 1 r 2 r 2 F r r + 1 r sin θ sin θ F θ θ + 1 r sin θ F ψ ψ ] {\displaystyle \mathbf {\nabla } \cdot \mathbf {F} =\left[{\frac {1}{r^{2}}}{\frac {\partial r^{2}F_{r}}{\partial r}}+{\frac {1}{r\sin \theta }}{\frac {\partial \sin \theta F_{\theta }}{\partial \theta }}+{\frac {1}{r\sin \theta }}{\frac {\partial F_{\psi }}{\partial \psi }}\right]}

e relazioni simili sono valide, ad esempio, in coordinate cilindriche.

Equazione di continuità

Lo stesso argomento in dettaglio: Equazione di continuità.

La forma differenziale dell'equazione di continuità può essere derivata utilizzando il teorema della divergenza. Si supponga che una quantità q {\displaystyle q} sia contenuta in una regione di volume V {\displaystyle V} il cui contorno è V {\displaystyle \partial V} .

q ( t ) = V φ ( r , t ) d V {\displaystyle q(t)=\int _{V}\varphi (\mathbf {r} ,t)\mathrm {d} V}

La variazione di q {\displaystyle q} è espressa dalla derivata temporale:

q ( t ) t = t V φ ( r , t ) d V = V f ( r , t ) d S + Σ ( t ) {\displaystyle {\frac {\partial q(t)}{\partial t}}={\frac {\partial }{\partial t}}\int _{V}\varphi (\mathbf {r} ,t)\mathrm {d} V=-\oint _{\partial V}\mathbf {f} (\mathbf {r} ,t)\cdot \mathrm {d} \mathbf {S} +\Sigma (t)}

ed usando il teorema della divergenza:

V f ( r , t ) d V = V φ ( r , t ) t d V + V σ ( r , t ) d V . {\displaystyle \int _{V}\nabla \cdot \mathbf {f} (\mathbf {r} ,t)\mathrm {d} V=-\int _{V}{\frac {\partial \varphi (\mathbf {r} ,t)}{\partial t}}\mathrm {d} V+\int _{V}\sigma (\mathbf {r} ,t)\mathrm {d} V.}

Tale relazione è vera solo se gli integrandi sono uguali, ossia:

f ( r , t ) = φ ( r , t ) t + σ ( r , t ) . {\displaystyle \nabla \cdot \mathbf {f} (\mathbf {r} ,t)=-{\frac {\partial \varphi (\mathbf {r} ,t)}{\partial t}}+\sigma (\mathbf {r} ,t).}

Connessione con altri operatori

Lo stesso argomento in dettaglio: Gradiente e Rotore (matematica).

Si consideri un campo scalare f {\displaystyle f} ed un versore j {\displaystyle \mathbf {j} } . Applicando al campo f j {\displaystyle f\mathbf {j} } il teorema della divergenza si ottiene:

V f j   d s = V f j   d v = V f j   d v , {\displaystyle \oint _{\partial V}f\mathbf {j} \cdot \ d\mathbf {s} =\int _{V}\mathbf {\nabla } \cdot f\mathbf {j} \ dv=\int _{V}\mathbf {\nabla } f\cdot \mathbf {j} \ dv,}

dove nell'ultima uguaglianza compare l'operatore gradiente. Questo risultato rimane valido se si sostituisce a j {\displaystyle \mathbf {j} } un qualunque altro versore della terna ortonormale. Quindi si ha:

V f d s = V f d v {\displaystyle \oint _{\partial V}fd\mathbf {s} =\int _{V}\mathbf {\nabla } fdv}

e la relazione ottenuta riveste una certa utilità in alcuni contesti. Se invece si considera un campo tridimensionale F {\displaystyle \mathbf {F} } e il corrispondente prodotto vettoriale j × F {\displaystyle \mathbf {j} \times \mathbf {F} } , procedendo in maniera analoga si ottiene una formula simile in funzione del rotore:

V d s × F = V × F d v . {\displaystyle \oint _{\partial V}d\mathbf {s} \times \mathbf {F} =\int _{V}\mathbf {\nabla } \times \mathbf {F} dv.}

Note

  1. ^ M.R. Spiegel, S. Lipcshutz, D. Spellman, Vector Analysis (2nd Edition), Schaum's Outlines, McGraw Hill (USA), 2009, ISBN 978-0-07-161545-7.
  2. ^ a b c Eric Weisstein, MathWorld - Divergence Theorem, su mathworld.wolfram.com, 2010.
  3. ^ K.F. Riley, M.P. Hobson, S.J. Bence, Mathematical methods for physics and engineering, Cambridge University Press, 2010, ISBN 978-0-521-86153-3.
  4. ^ J.A. Wheeler, C. Misner, K.S. Thorne, Gravitation, W.H. Freeman & Co, 1973, pp. 85–86, §3.5, ISBN 0-7167-0344-0.
  5. ^ R. Penrose, The Road to Reality, Vintage books, 2007, ISBN 0-679-77631-1.
  6. ^ M.R. Spiegel, S. Lipcshutz, D. Spellman, Vector Analysis, 2nd, Schaum's Outlines, McGraw Hill (USA), 2009, ISBN 978-0-07-161545-7.

Bibliografia

  • Nicola Fusco, Paolo Marcellini, Carlo Sbordone, Lezioni di analisi matematica due, Zanichelli, 2020, ISBN 9788808520203, Paragrafi 76 e 113.
  • (EN) Georg Joos, Ira M. Freeman. Theoretical Physics. Courier Dover Publications, 1987
  • (EN) R.G. Lerner, G.L. Trigg, Encyclopaedia of Physics, 2nd, VHC publishers, 1994, ISBN 3-527-26954-1.
  • (EN) C.B. Parker, McGraw Hill Encyclopaedia of Physics, 2nd, McGraw Hill, 1994, ISBN 0-07-051400-3.

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